CHAPATI: pane indiano

I chapati, sono un pane classico e basilare della cucina indiana.

In India esistono una miriade di tipologie di pane, cotte su piastra, su fuoco, fritti o all’interno del forno tandoori, ma il chapati è cucinato e consumato quotidianamente da milioni idi indiani, proprio per la sua semplicità di ingredienti e cottura.

E’ di facile riuscirà, lo si trova sia tra lo street food che nei migliori ristoranti. L’ho visto preparare molte volte sui bordi delle strade da bambine povere, come nei grandi templi dai più importanti sacerdoti bhramana.

Lo si utilizza spessissimo al posto delle posate, se ne stacca un pezzetto e con questo si prende una piccola porzione di cibo da portare subito alla bocca.

In India per prepararlo viene utilizzata una farina integrale in cui la crusca è macinata finissima, qui praticamente introvabile, dal nome “atta”. La cosa che gli assomiglia di più è la farina semi-integrale. Non vi consiglio di utilizzare quella totalmente integrale perché la crusca crea facilmente delle crepe nei chapati mentre si gonfiano e quindi il vapore fuoriesce e la cottura si interrompe.

Se avete il mulino o la possibilità di trovarla, fatela con la farina atta o, come faccio io sempre con ottimi risultati.

Veniamo alla ricetta.

Ingredienti per 8 chapati:

175 gr di farina, più altra per infarinare i piani di lavoro

110 ml di acqua tiepida

½ cucchiaino di sale fine

2 cucchiai di burro vegetale (facoltativo)

Procedimento:

mettiamo la farina e il sale in una ciotola, uniamo piano l’acqua e impastiamo 5/6 minuti, fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Copriamo con un canovaccio umido e lasciamo riposare dalla mezz’ora alle due ore. Nella fretta a volte li ho cotti subito, e il risultato è lo stesso buono.

Dopo il tempo di riposo impastare ancora con le mani umide per qualche minuto. Dividere l’impasto in 8 porzioni e stendiamole con un matterello su un piano infarinato, mantenendo uno spessore uniforme di 3 o 4 MM. Fateli più rotondi che potete.

Passiamoli tra le mani in modo che la farina in eccesso si stacchi.

Prepariamo una piastra di ghisa e una retina spargifiamma (nella foto vedete gli attrezzi che utilizzo io che si possono trovare nei negozi etnici), accendiamo i fuochi, attendiamo che la piastra sia calda, e cominciamo a cucinare i chapati. In mancanza della prima si può utilizzare una padella anti aderente.

Per prima cosa si adagia delicatamente e in modo che non faccia pieghe, un chapati sulla piastra, si attende fino a quando la superfice non si riempie di bollicine bianche e i bordi non iniziano ad alzarsi: è il momento di rigirarli delicatamente con una pinza e farli cuocere ancora qualche attimo.

A questo punto di trasferiamo sul spargifiamma e attendiamo che si gonfi completamente. Se non si gonfia del tutto, alcune parti del chapati rimarranno crude. Rimettetelo subito sulla piastra e schiacciatelo delicatamente con un canovaccio, finché sarà tutto gonfio. Con il tempo vedrete che basteranno solo i due passaggi per ottenere dei chapati gonfi e ben cotti.

Posizionate ogni chapati appena cotto all’interno di un canovaccio piegato in due, in modo da tenerlo coperto su entrambi i lati. A questo punto, se lo si desidera, si mette un ciuffetto di burro vegetale tra un chapati e l’altro.

Cuciniamo così tutti i chapati. Il risultato sarà un pane cotto ma morbido da poterlo anche arrotolare.

Vi consiglio di consumarli nell’immediato.

Ma quanti chapati ho mangiato nei miei viaggi in India! Taaanti…